Above: Video documentation of the project installed at Marsèlleria Permanent Exhibition, Milano, in the fall of 2009. The project premiered in October 2009 at the Chelsea Art Museum in New York.
This multimedia project loosely refers to the 1975 spy-movie Three Days of the Condor, directed by Sydney Pollack, one of the first films to suggest a link between covert US military operations and the control of oil production in the Middle East. Like many of Zanni’s past projects, Flying False Colors relies on the fluctuations of live digital information affecting the outcome of his artwork. Flying False Colors consists of a flag set in a windgenerating base that Zanni has programmed to blow at particular speeds and in certain directions based on online data streams that correlate to the number of oil barrels requested by a particular country and the current weather in that country’s capital. The flag is a replica of the universal Ecology Flag that was designed in 1969 and depicts the Greek letter “theta”, which derives from “thanatos” (“death”). However, Zanni’s flag is fabricated with a pigment that will flake off as it is blown, so that at end we are left with a white flag. “At work in this project is a strategy Zanni frequently invokes: the pairing of “mere” numbers to their implications in real life. This juxtaposition underscores the tension between a distanced and abstemious mathematics on one hand, and the messy, human reality it strains to enumerate. [Lyra Kilston from a text published into the poster-invitation]
ITA:
Questo progetto multimediale si riferisce genericamente al film di spionaggio I tre giorni del condor, diretto da Sydney Pollack nel 1975, che è stato uno dei primi film a suggerire un nesso tra le operazioni militari segrete degli Stati Uniti e il controllo della produzione di petrolio in Medio Oriente. Come molti dei progetti passati di Zanni, Flying False Colors si basa sulle fluttuazioni di informazioni in tempo reale che influenzano l’esito delle sue opere. Flying False Colors – The Sixth Day, è costituito da una bandiera alla cui base è stato posto un sistema di tubature, motori e compressori che produce il vento che la fa sventolare. I dati necessari alla produzione del vento, cioè direzione e intensità, sono prelevati da Internet e, più specificamente, dalle capitali dei trenta Paesi del mondo che richiedono più petrolio per il loro mantenimento secondo una classifica stilata mensilmente dall’organizzazione JODI (The Joint Oil Data Initiative). Il vento viene generato da una pompa e veicolato attraverso l’asta della bandiera finchè non fuoriesce dalla cima facendola sventolare. I venti provenienti dalle trenta città si alternano in modo casuale e la durata in secondi di ogni vento è proporzionale ai milioni di barili di petrolio necessari a quel Paese. Mentre i dati relativi al nome della città, alla velocità e alla direzione del vento sono esplicitati attraverso una videoproiezione, la durata di ogni vento è percettibile solo durante la permanenza vicino alla scultura. La bandiera è una replica della cosidetta Ecology Flag o bandiera dell’ecologia, progettata e registrata negli Stati Uniti nel 1969 e comprende la lettera greca “Theta”, che deriva da “thanatos”, che significa “morte”. La bandiera è colorata con un pigmento di grafite che nel tempo è destinato a scolorire fino a diventare una bandiera bianca, il simbolo internazionale della resa.
In collaboration with Marsèll
Main Switch board: ETT Impianti
Midi controller: Miditron
MAX/MSP by Enrico Glerean