Above: Video documentation of a ViBo
This is ViBo v.1.0, please check also ViBo V.2.0
—————-
ViBo stands for Video Book. It is a user friendly device to sell Video Art and other New Media Projects subjects to these three characteristics:
Unlimited – Unsigned – Cheap
At this moment a ViBo costs € 120.
When you open the ViBo, the video starts playing. When you close it, it stops. ViBo has a mini USB port to be connected to a computer. In a dedicated folder you can find an info file and the video in high resolution.
An early version of the ViBo was made for “the zero to one hundred pop-up” a sale/show held at Young Projects Gallery in Los Angeles in the fall of 2013.
Interview for Arshake (ITA)
Article on Droste Effect
The First series of 16 pieces (2 pieces for 8 different projects) was first introduced at Marsèlleria Permanent Exhibition in Milano on April 7th 2014.
Estratto dell’ intervista a Carlo Zanni di Laura Barreca per ATP Diary
L.B.: Le opere di New Media sono variabili per natura e potenzialmente riproducibili all’infinito. Sono cambiate anche le regole per la trasmissione dei prodotti culturali? Ma come si risolve l’idea dell’opera d’arte intesa come ‘oggetto unico e irripetibile’?
C.Z.: Voglio proporre un diverso approccio a opere di video arte o basate su media che devono creare copie di se stesse per manifestarsi e lo prova a fare attraverso i miei progetti, gli oggetti in mostra e le storie di produzione e autoproduzione dei rispettivi giovani designers e con la musica di moby (mobygratis) presente in uno dei nuovi lavori video. In mostra ci sono molte opere nuove e anche cose strane dal passato, stickers, cartoline, poster, icone per il desktop ma il ruolo principale lo hanno i ViBo (Video Book) che ospitano tutti i lavori video e new media. Sono a metà strada tra il libro e il cd. Vengono solitamente usati nel marketing. Quando li apri hanno all’interno uno schermo da 7 pollici e il filmato parte all’istante . Si possono collegare al computer come una normale chiavetta USB per estrarne il contenuto. File ad alta risoluzione, istruzioni, file di altro tipo. Questi in mostra hanno anche una presa audio per cuffie. Io vorrei che anche altri artisti potessero utilizzare questo sistema e iniziassero a vendere i loro video a basso costo, senza firma e in edizione potenzialmente illimitata. Vorrei sotanzialmete che iniziassero a vendere. Perché di video se ne vende pochi e male. Un mio ViBo costa al pubblico 120 Euro ed è ancora troppo caro.
L.B.: L’autoproduzione 2.0, l’open source sono sistemi aperti su Internet per accedere a software anche sofisticati, attraverso cui si sono generate community globali, con nuove dinamiche che sfidano le regole imposte dal mercato dell’arte. Perché secondo te un’opera digitale dovrebbe costare 100 euro e non 10.000?
C.Z.: Voglio sganciare questo tipo di arte dalla dittatura del prezzo che troppo spesso è l’unico indicatore usato per determinare la qualità di un’opera. Questo atteggiamento proviene dalla vendita di oggetti unici, è la deriva di questa impostazione. Ma qui si parla di opere video e new media, opere che devono replicare se stesse per manifestarsi, come nel cinema. Creano copie di se stesse e la distinzione tra originale e copia perde di senso. Come si sa queste opere non sono stand alone, autoportanti, come la pittura per esempio, ma hanno bisogno di un qualcosa per essere viste, un computer, uno schermo, un proiettore. Questo influisce notevolmente sul tipo e qualità di fruizione. Lo stesso film lo puoi vedere in mille modi pur vedendolo sempre, pur avendo la sensazione di avere ricevuto un’esperienza soddisfacente e completa. Mentre con le opere fisiche no. C’è molta differenza tra un quadro visto dal vero o su foto. C’è una distanza incolmabile. Si può vedere un quadro dal vero ma non un film. Questo a cascata comporta la necessità di trattare economicamente queste opere in un modo più consono alle caratteristiche del medium su cui si basano.